domenica 8 luglio 2018

Aldo Dalla Vecchia ci presenta il nuovo libro. " La Capra Crepa"

Aldo Dalla Vecchia ci presenta il nuovo libro. " La Capra Crepa"
durante la rassegna letteraria dell'avv. AnnaMaria Bernardini De Pace a Bocca di Magra (SP)
Ho visto nascere e crescere questo libro giorno per giorno su Facebook ci racconta
Aldo Dalla Vecchia, scrittore, giornalista e autore televisivo, fin dal romanzo d’esordio, Rosa Malcontenta.
Aldo è un gentiluomo d’altri tempi, un signore che – lavorando lui in campo televisivo – mi piace accostare a personalità del tipo di Corrado, Magalli e del povero Frizzi: gentile, educato, all’antica e ironico, di quell’ironia caustica ma buona ed elegante. Ogni giorno pubblicava un post in cui elencava le espressioni che, a suo dire, gli “facevano venire la psoriasi”. Da questi post è nato La capra crepa, un libello in cui vengono mostrate 333 di queste sgradevoli locuzioni. Alcune sono veri e propri strafalcioni grammaticali, altre sono modi di esprimersi entrati nell’uso comune, che, però, fanno accapponare la pelle. Vedi le italianizzazioni delle parole inglesi (tipo defolloware, unfriendare), vedi le abbreviazioni, spesso meneghine, dei termini italiani, come se a finire la parola si perdesse troppo tempo. Vedi i cliché abusati e le frasi fatte di cui si è perso anche il significato originale.

D’altra parte non si può nemmeno fare i puristi a oltranza, perché la lingua è in movimento e si evolve, nessuno si sognerebbe di comunicare nell’italiano di Dante e neppure in quello dei nostri nonni nati nell’ottocento. Ci vorrebbe, però, almeno un minimo di regola, un accordo comune, in modo che parlare non diventasse una questione privata, insomma un’opinione. Personalmente cerco di non impoverire l’italiano usando sempre l’espressione corrispondente inglese, bensì adoperando quest’ultima come un sinonimo, come una possibilità in più. Le capre del titolo siamo tutti noi quando ci lasciamo irretire da slang, da scorciatoie linguistiche, da neologismi che durano lo spazio di una stagione. E queste nuove capre, questi neo analfabeti, si trovano a tutti i livelli, come dicevamo, anche fra chi scrive per mestiere, chi fa televisione, chi parla in pubblico. E, se si fa loro notare che sbagliano, apriti cielo, si è “saccenti” e “pedanti”, non si capisce il bisogno di libera espressione e scrittura di getto, la vena artistica inarrestabile. Ovunque, in campo linguistico, vige un’anarchia spaventosa e pericolosa, l’ignoranza è stata “sdoganata”. (Ecco, ci sono cascata anch’io, perché sdoganare è, appunto, una delle parole che Aldo aborre.) Io penso che questo vada di pari passo con la fine della vergogna. Tutto è approssimativo e lecito, nessuno si vergogna più di nulla.
scritto su :http://signoradeifiltri.overblog.com





BIOGRAFIA Aldo Dalla Vecchia, nato a Vicenza domenica 14 aprile 1968, è autore televisivo e giornalista da quasi 30 anni.


Ha firmato decine di programmi (tra gli altri Target, Verissimo, Il bivio, Cristina Parodi Live, The Chef, In Forma, Basta Poco, Smart Touch), e ha scritto per Epoca, Corriere della Sera, TV Sorrisi e Canzoni, A, Mistero Magazine. I suoi primi quattro libri, il romanzo Rosa Malcontenta (SEI Editrice, 2013), la raccolta di interviste Specchio segreto (SEI Editrice, 2014), l’atto unico teatrale Vita da giornalaia (Murena Editrice, 2015) e il giallo Amerigo Asnicar, giornalista (Murena Editrice, 2015), hanno vinto numerosi premi. Da Rosa Malcontenta e Vita da giornalaia sono stati tratti gli omonimi spettacoli teatrali. Piccola mappa della nostalgia (Pegasus Edition, 2016) è il suo quinto libro, ed è stato composto nel corso di tre estati, dal 2013 al 2015.
http://www.aldodallavecchia.com

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