giovedì 7 dicembre 2017

" GRAMIGNA " NUOVO FILM DI SEBASTIANO RIZZO

" GRAMIGNA " NUOVO FILM DI SEBASTIANO RIZZO.


Luigi ha pochi anni e un padre in galera da sempre. Da quando è nato, da quando è in grado di ricordarselo. Figlio di un boss della malavita campana condannato all'ergastolo, Luigi avrebbe voluto crescere al suo fianco e non portare il suo nome come una condanna. Perché tutti a Napoli sanno chi è, di chi è figlio. Allevato da una nonna e una madre amorevoli, che chiudono gli occhi sulle attività illecite della famiglia, il ragazzo oscilla tra bene e male, tra padrini voraci e padri putativi, alla ricerca costante di un riferimento a qualcuno, a qualcosa. Sostenuto e incoraggiato dal suo professore di educazione fisica, Luigi prova a fare fronte a una vita fuori norma, ai compagni caduti sotto i colpi di pistola, alla violenza dello zio, alle irruzioni della polizia e a quel padre assente che lo vorrebbe fuori dai guai, lui che dei guai ha fatto la sua ragione di vita. Ma un 'arresto' imprevisto gli rivelerà la sua strada e la sua (buona) natura.
La colpa dei padri ricade sempre sui figli? I figli sono destinati alla ripetizione colpevole di quella del padre? La colpa dei padri rende necessariamente un figlio maledetto?
Sono alcune delle domande che solleva il bel film di Sebastiano Rizzo, confrontandosi con un 'orfano bianco', un ragazzino cresciuto lontano dal padre dalla cui eredità vuole solo emanciparsi. Ispirato alla vera storia di Luigi Di Cicco, Gramigna strappa (letteralmente) ai padri-padrini una giovane vita per offrirgli una chance. Perché se Giuseppe muore per la colpa del padre (Sicilian Ghost Story), Luigi vive malgrado la colpa del padre. Sebastiano Rizzo apre con sguardo franco un nuovo fronte al cinema filtrando il dramma dei figli d'onore, senza alternativa e senza possibilità di scegliere, nel racconto di formazione. 

Gramigna fa tesoro della vita di Luigi Di Cicco, del suo malessere restituendolo allo spettatore come un allarme. L'allarme di un Paese che non ha mai fatto la rivoluzione, che non ha mai ucciso i padri e di colpo è diventato fratricida. Ma il racconto che svolge Sebastiano Rizzo e che porta sulle spalle larghe Gianluca Di Gennaro è diverso, fa tacere la 'voce grossa' e interrompe la trasmissione culturale criminale. Luigi resiste a ogni possibile immedesimazione empatica col padre, urlando al mondo e dentro un epilogo disperato e ardente la sua irriducibile differenza rispetto a quella del genitore. "Io non sono come mio padre", replica alle provocazioni di chi crede che la camorra si erediti.
Precipitato nel girone infernale in cui il padre di Biagio Izzo sconta la sua pena, il protagonista coglie finalmente la particolarità inafferrabile della sua esistenza, portando avanti la sua vocazione. La vocazione per una vita normale, come recita il sottotitolo del film, sancendo la separazione dall'educazione mafiosa e dall'obbligo di dimostrare quanto si vale coi pugni o le azioni di fuoco.
Dietro la grana grossa e le note ingombranti, che esagerano una storia intima ma risorgono il racconto pedagogico e un cinema accessibile a un pubblico giovane, Gramigna ha 'zampate' selvagge salutari tirate da un giovane attore massivo, agile capace di belle accelerazioni. A servirgli la replica sono la fragilità materna di Teresa Saponangelo e la vulnerabilità paterna, che sa il senso dei propri limiti, di Biagio Izzo, audacemente contre-emploi


Recessione scritta da Marzia Gandolfi
http://www.mymovies.it/film/2016/gramigna/

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